di Jessica Kolaj
La tragedia di Torino con i tre operai deceduti per il crollo di una gru è solo l’ultimo di una serie di episodi drammatici accaduti in un anno in cui fino al 30 settembre scorso ne abbiamo contati 772 (più di 3 al giorno secondo la media). Ce li ha comunicati l’Inail nel suo rapporto di settembre inerente ai primi 7 mesi dell’anno, con le costruzioni e l’agricoltura tra i settori più interessati con rispettivamente 72 e 84 decessi; numeri questi ai quali dobbiamo aggiungere quelli dell’ultimo trimestre dell’anno.
“Molto spesso la sicurezza sul lavoro – spiega Vito Frijia, Segretario Nazionale di Unilavoro – è percepita come una mera pratica burocratica che si risolve in un onere per l’azienda e un adempimento obbligatorio per i lavoratori, senza che sia capita a fondo la sua importanza. Continua purtroppo ad esserci una mancanza di cultura generale perché nella maggior parte dei casi la sicurezza viene concepita come un costo ed un rallentamento della produzione. In ogni caso inasprire le sanzioni non può essere la soluzione perché l’obiettivo è quello di riuscire a cambiare la visione diffusa su questo argomento”.
“A questo proposito dobbiamo puntare sulla formazione fin dall’età scolare – prosegue il Segretario Nazionale – poiché ad oggi il problema è culturale. Pensiamo che quando un’azienda è in regola con la burocrazia sia sufficiente, ma in realtà poi nella situazione pratica sia i lavoratori sia i datori di lavoro non percepiscono realmente il rischio o lo sottovalutano. Per questo motivo il tema della sicurezza sul lavoro va integrato all’educazione civica nelle scuole, coinvolgendo i ragazzi ad esempio in un corso di primo soccorso o un corso antincendio, e facendo perno sulle tantissime realtà presenti sui territori come l’associazionismo, le misericordie, le fratellanze ecc.”.
“È la strada che dobbiamo battere affinché alla fine dell’anno venturo non ci si ritrovi a contare gli stessi numeri tragici di questo, se non peggiori”.