PATTO PER IL LAVORO – Unilavoro PMI sfida Landini: “limitare la libertà sindacale non è soluzione ai problemi del lavoro”
Il Segretario Nazionale Frijia: “Riduzione cuneo fiscale priorità per l’Italia”
“Per Confindustria e i sindacati la soluzione per risolvere il problema del dumping salariale è comprimere la libertà associativa. Questa forse la soluzione per risolvere i loro problemi, certamente non quelli dell’Italia”.
Parte all’attacco il Segretario Nazionale di Unilavoro PMI Vito Frijia, dopo il confronto tra Confindustria e sindacati e il successivo incontro con il Premier Mario Draghi.
“Landini bolla come ‘pirata’ ogni contratto collettivo non firmato da Cgil, Cisl e Uil. Tale affermazione non ha alcun fondamento, poiché moltissimi accordi collettivi sono migliorativi rispetto a quelli firmati dai sindacati confederali. La lotta al dumping salariale si mette in pratica imponendo una base retributiva e normativa sotto la quale nessun contratto collettivo può prevedere regole peggiorative. Risulta inutile invocare una legge sulla rappresentanza sindacale, quando dovrebbero essere per primi i sindacati confederali e Confindustria a misurare il numero dei loro iscritti” continua Frijia.
Ma per Unilavoro PMI le priorità dell’Italia sono altre rispetto a quelle evidenziate. “Tutte le associazioni datoriali e i sindacati dovrebbero fare fronte comune per pretendere una drastica riduzione del costo del lavoro. Tale riduzione andrebbe a vantaggio sia delle imprese sia dei lavoratori, unitamente ad una norma per agevolare le maestranze con maggiore esperienza.
Molte piccole e medie imprese vorrebbero infatti gratificare i propri dipendenti più esperti con una maggiore retribuzione, ma sono disincentivate per l’altro costo del lavoro. Per risolvere questo problema proponiamo l’istituzione di una speciale indennità per le maestranze esperte che, se erogata dal datore di lavoro, preveda una tassazione ridotta esente da contribuzione. Solo con queste poche e semplici azioni giungeremo veramente al fine di migliorare la quantità e la qualità del lavoro in Italia” conclude Frijia.