OCCUPAZIONE, NEL 2021 BOOM DI DIMISSIONI IN LOMBARDIA
UNILAVORO PMI: “SI ISTITUISCA IL SALARIO MINIMO, SI INCENTIVINO I GIOVANI”
In Lombardia lo scorso anno si sono dimesse 419.754 persone (il 9,5% dei 4,4 milioni di occupati), un dato questo che supera del 30% quello del 2020, quando le dimissioni furono 127.294.
In riferimento al dato del 2021 179.200 dei dimissionari sono della Città Metropolitana, dove quasi uno su due (82.730) ha meno di 35 anni.
“Questi numeri – commenta Luigi Gaetano, Segretario Regionale di Unilavoro PMI Lombardia – danno l’idea della Great Resignation (“la Grande Rassegnazione”, ndr), il fenomeno esploso da due anni negli Stati Uniti, arrivato anche in Europa, seppur in dimensioni ridotte. Rispetto a una volta le priorità di vita sono state ridefinite: se prima capitava più frequentemente di cedere sulla soddisfazione personale a favore di un posto di lavoro, adesso questo accade più di rado perché trovare un maggior equilibrio tra vita privata e vita lavorativa è diventato una necessità. Non si può più non tener conto che le persone vadano oggi alla ricerca di un’occupazione affine alle proprie competenze e aspirazioni, oltre che alla ricerca di condizioni economiche migliori. Per quanto riguarda la mia Regione, e in particolar modo Milano, credo che questi dati siano dovuti al fatto che abbiamo una concentrazione di aziende e di occupati molto più alta rispetto al resto della penisola. Mentre altrove non si dimettono per paura di non trovare altro, qua, essendoci più opportunità, il fenomeno è più diffuso”.
Il problema per Gaetano è da ricercare alla radice: “Purtroppo, come più volte abbiamo ribadito, in Italia gioca un ruolo cruciale il mercato del lavoro, dotato di una regolamentazione ancora troppo farraginosa che oltre a non favorire in molti casi l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, offre loro condizioni troppo precarie. Il che può portarli a demoralizzarsi, distaccarsi e in molti casi adagiarsi su forme di assistenzialismo statale. Le complicazioni si riscontrano anche nel meccanismo di incrocio tra domanda e offerta e negli stipendi, spesso ancora insufficienti a garantire uno stile di vita dignitoso. Ritengo per questo che sia indispensabile una vera e propria riforma del lavoro che abbia come oggetto in primis la famigerata legge sul salario minimo, concetto su cui Unilavoro ribatte da tempo. È indispensabile poi coniugare domanda e offerta: una volta formati i ragazzi, visto che il fenomeno riguarda prevalentemente loro, dovrebbero essere accompagnati e introdotti nel mondo del lavoro, proprio perché molti di loro sono impiegati in settori che nulla hanno a che vedere con il loro percorso di studi”.